Una foto esclusiva pubblicata da Empire mostra Buzz Lightyear in azione, ma l’immagine non è la parte più rilevante della notizia: il nuovo capitolo della saga toccherà un tema concreto e riconoscibile, quello del rapporto fra bambini e oggetti di gioco. Il regista Andrew Stanton ha già anticipato che il film non è una semplice avventura anni luce, ma una riflessione sulla sparizione del gioco fisico dalle case. Toy Story 5 è atteso per il 2026 e il primo teaser diffuso da Disney‑Pixar ha messo in scena un elemento che incide sulla dinamica dei personaggi: un dispositivo chiamato Lilypad, un tablet che entra nelle loro vite e ridefinisce il modo in cui vengono percepiti e usati.
Le conseguenze della tecnologia
Nel teaser e nell’intervista a Empire emerge con chiarezza che il film affronterà la questione dell’obsolescenza emotiva dei giocattoli quando il comportamento dei bambini cambia. Non si tratta di un antagonista tradizionale: Lilypad è descritto come un fattore che altera le relazioni, più che come un villain da sconfiggere. Andrew Stanton spiega che la storia vuole provare a mostrare cosa succede quando la routine del gioco viene sostituita da schermi e app, un fenomeno che in molte famiglie italiane e nel Nord Europa è ormai visibile nella vita quotidiana.

La scelta di porre al centro un tablet non è casuale: la tecnologia è spesso neutra, ma modifica comportamenti e aspettative. Nel racconto cinematografico questo si traduce in scenari dove i giocattoli devono interrogarsi sul proprio ruolo, sulla memoria che portano con sé e sulla possibilità di essere ancora desiderati. Un dettaglio che molti sottovalutano: non è solo una riflessione per i fan della saga, ma un punto di contatto con genitori e insegnanti che osservano il cambiamento nei modelli di gioco.
Il film, previsto per il 2026, sembra voler mettere in scena conseguenze pratiche e psicologiche dell’uso intensivo degli schermi, senza ricorrere a semplificazioni. Lo sguardo di Stanton, noto per l’attenzione ai dettagli emotivi, dovrebbe offrire una lettura che parla a più generazioni, in Italia come altrove.
Cosa cambia per i personaggi
I protagonisti della serie affrontano una transizione che è sia metaforica sia concreta: la presenza di Lilypad introduce nuove dinamiche di attenzione e di valore percepito. Non si tratta solo di una perdita di spazio fisico, ma di una ridefinizione del ruolo sociale dei giocattoli. Nel film questo tema verrà esplorato attraverso le reazioni di personaggi consolidati, che devono imparare a confrontarsi con il fatto che i giocattoli non sono più l’unica fonte di intrattenimento per i bambini.
La scena con Buzz Lightyear suggerisce che le vecchie certezze verranno messe in discussione, mentre la narrazione privilegerà il lato emotivo del cambiamento: amicizia, identità e memoria. Andrew Stanton ha scelto di non trasformare il dispositivo in un cattivo caricaturale, ma in un elemento capace di mettere in luce fragilità e risorse dei personaggi. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è quanto velocemente certe abitudini si consolidano nelle famiglie, trasformando spazi domestici e pratiche di gioco.
Per il pubblico italiano la materia può risuonare in modo particolare: scuole, ludoteche e genitori osservano come cambiano i rituali del pomeriggio e le occasioni di socialità tra bambini. Toy Story 5 promette dunque di portare sul grande schermo non solo avventura, ma una riflessione sul valore del tempo condiviso e sulla capacità dei personaggi di reinventarsi. L’immagine esclusiva e le parole del regista lasciano intendere che, oltre alla nostalgia, il nuovo capitolo cercherà di indicare possibili vie per mantenere viva la funzione affettiva dei giocattoli nella vita delle nuove generazioni.
